Se qualcuno da Marte guardasse all’andamento degli utili aziendali e ai dividendi distribuiti, argomento trattato nella nota di ieri, non “allargando” lo sguardo ad altro, penserebbe che mai, a livello globale, ci siamo trovati in una situazione tanto favorevole.
Ben sappiamo che così non è.
Dopo quasi 2 anni, l’incubo non è ancora finito, nonostante gli incredibili progressi della scienza e la quantità di misure messe in campo per limitare il più possibile il diffondersi della pandemia. Se può ben dire, infatti, che, complice anche della stagione invernale, buona parte del mondo si ritrova nel mezzo della quarta ondata del virus. Non a caso le aree più colpite sono Europa e USA, dove il freddo è alle porte.
Solo in Europa si parla di circa 2ML di nuovi casi e 28.000 morti a settimana; la popolazione vaccinata è pari a circa il 65%, ma con grandi differenze tra Paesi. Per esempio, in Romania (forse insieme alla Bulgaria il Paese maggiormente colpito al mondo in questo periodo) i vaccinati sono solo il 34% la situazione è al collasso, con ospedali che non sono più in grado di accogliere malati e con il tasso di mortalità più alto al mondo. L’Italia, per fare un raffronto, oggi ha circa 45,5 ML di persone vaccinate: mancano all’appello, contando anche tutta la popolazione infantile, circa 14,5ML di persone (circa 76% di persone vaccinate; in realtà, escludendo i bambini e i ragazzi sino ai 12 anni, siamo a circa il 90% della popolazione adulta vaccinata, uno dei tassi più alti al mondo).
Negli USA, con il 60% della popolazione vaccinata, siamo a circa 600.000 contagi a settimana, con 8.000 morti. Nel sud-est Asiatico, dove il 28% della popolazione risulta aver completato il ciclo di vaccinazioni, siamo a 152.000 casi settimanali e 3.000 morti. Incredibile il caso del continente africano: sebbene solo il 6% risulti vaccinati, i nuovi contagi non superano i 10.000 casi settimanali, con appena 500 morti, a conferma di come il clima possa spingere o meno il virus.
Ecco spiegato il motivo per cui la guardia vada tenuta ancora molto alta, come confermano alcuni lockdown parziali appena varati (vedi Olanda) ovvero alcune limitazioni “ad personam” come si inizia a fare in alcuni Paesi (per esempio in Austria, dove il Governo ha deciso alcuni provvedimenti restrittivi per i non vaccinati).
Il tutto mentre arrivano nuove conferme sull’andamento dell’inflazione.
Limitando l’osservazione al nostro Paese, ieri l’Istat ha comunicato i dati aggiornati, che la collocano al 3% dal precedente 2,9% (il che significa che per l’anno in corso l’inflazione “acquisita”, e quindi quella “certa”, sarà pari ad almeno l’1,8%). Tradotto, si calcola che la spesa delle famiglie, nel biennio 2021-22, subirà un incremento pari ad almeno € 9.5 MD, di cui € 4 MD per l’anno in corso e € 5,5 MD per l’anno futuro. Il recupero completo dei consumi, secondo Confesercenti, ci sarà solo nel 2023, causa la maggior lentezza della loro crescita rispetto al PIL. Infatti, a fine 2021 il reddito medio pro-capite sarà ancora inferiore a quello fatto registrare nel 2019 di almeno € 512.
Inizio giornata fiacco per i mercati. Tutte le borse asiatiche registrano cali più o meno diffusi: il Nikkei scende dello 0,40%, sullo stesso livello di Hong Kong, mentre il Kospi di Seul accusa un calo dell’1,16%. Fa eccezione la Cina, dove Shanghai al momento sale dello 0,44%. Secondo alcune voci americane, uno dei più grandi fondi Hedge al mondo, il Dalio Bridgewater, avrebbe “aperto” la raccolta per un nuovo fondo in Cina, e questo potrebbe spingere gli acquisti odierni.
Futures al momento in marginale calo su tutte le piazze, dopo l’ennesimo rialzo di ieri sera a Wall Street, con il Nasdaq che ha chiuso a + 0,75%, con il settore dell’automotive elettrico sugli scudi (Tesla + 4%, ma soprattutto alcune società minori, come Rivian e Lucid Group, con rialzi tra il 15 e il 20%).
Materie prime in calo, con il petrolio (WTI) a $ 80,31 (- 0,68%): pare che il tema energetico sia stato toccato nel summit in video conferenza della notte scorsa tra Biden e Xi Jinping, con il Presidente Usa che avrebbe chiesto al suo omologo di attingere alle riserve strategiche.
Sorte analoga per il gas naturale, che viene trattato a $ 5,15 (- 0,52%).
Rialza la testa l’oro, dopo la discesa di ieri: questa mattina lo troviamo a $ 1.856, + 0,13%.
Spread sempre a 120 bp, con il rendimento del BTP che non ”molla” area 1%. Leggera discesa invece per il rendimento del treasury, che torna sotto l’1,60%.
Ancora segnali di forza per il $, che continua a recuperare sull’€, portandosi a 1,131.
Da segnalare, infine, la persistente debolezza del bitcoin, che rimane sotto i $ 60.000 ($ 59.450).
Ps: una volta i test missilistici avvenivano negli spazi aerei sopra le nostre teste, ma vicini al nostro pianeta (da qui i rischi e gli allarmi di molti stati). Ora, invece, “occupano” aree ben più lontane. La Nasa ha comunicato ieri che l’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale è stata costretta a trovare rifugio nella capsula di emergenza a causa di un missile russo che pare sia sfuggito, durante un test, al controllo, distruggendo un satellite e causando un “campo di frammenti” che potrebbe generare pericoli per anni. E da quelle parti non esiste neppure la safety car che permette di ripulire la zona.